Il processo inizia con la risospensione del precipitato per ottenere il prodotto finale attraverso l'integrazione di diverse fasi di trattamento e inattivazione dei virus: filtrazione profonda per rimuovere i contaminanti proteici, cromatografia a scambio anionico per eliminare le impurità residue, dia/ultrafiltrazione per rimuovere i residui di processo e concentrare le proteine e/o nanofiltrazione per estrarre le particelle più piccole. L'intero processo si avvale di 32 serbatoi per prodotti farmaceutici e serbatoi tampone GEA di alta qualità (1000-8000 l).
Grazie al perfezionamento continuo dei P&ID (Diagrammi di processo e strumentazione) in fase di progettazione esecutiva, è stato possibile integrare soluzioni tecnologiche avanzate nel processo di produzione delle immunoglobuline. L'attenzione si è focalizzata su diversi aspetti riguardanti la manutenzione e la semplicità operativa, ma anche sulla capacità di singoli settori dell'impianto per consentirne il potenziamento futuro, in termini di produzione e resa, nell'eventualità di una ristrutturazione. Il processo altamente automatizzato garantisce l'omogeneità dei lotti e una qualità costante del prodotto.
La completa automazione dell'impianto, compresi i processi di pulizia (SIP, sanitizzazione in loco), garantisce l'importante vantaggio di una pressoché totale autonomia operativa dell'impianto. Il risultato è un processo di produzione efficiente e un impianto basato sui massimi standard tecnologici, di sicurezza virale e di purezza, per offrire ai pazienti la certezza di ricevere immunoglobuline di alta qualità.
Il mercato dei plasmaderivati